È morta Teresa Vergalli, addio alla partigiana Anuska: “Dobbiamo restare attenti e uniti sui diritti conquistati”

Aveva 98 anni
Staffetta partigiana da giovanissima, testimone della Resistenza e militante dell’Udi, non smise mai di interrogarsi. "Il governo non ha mai fatto i conti con il fascismo storico: cosa non abbiamo fatto abbastanza?"

Aveva appena 17 anni quando entrò nella Resistenza, a 98 anni continuava a scrivere e ad aggiornare il suo blog. Per tutti era Anuska, il suo nome di battaglia. All’anagrafe Teresa Vergalli. A dare l’annuncio della sua morte è stata la segreteria nazionale dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, con i comitati provinciali di Reggio Emilia e di Roma. “Ciao Teresa e grazie per la tua vita. Tutta Partigiana”, il commiato dell’Anpi.
Vergalli era nata a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, nell’ottobre 1927 da una famiglia contadina. Il padre Prospero subì le conseguenze del suo attivismo contro il fascismo. Fu anche detenuto, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 organizzò i comitati della Liberazione. La figlia entrò nella Resistenza, come tutta la sua famiglia nel 1944, faceva da staffetta come ha ricordato l’Anpi reggiana. “Portava sempre con sé una piccola pistola in caso venisse presa dai nazifascisti, per non sopportarne le torture”.
Raccontò che per il referendum del 1946 aiutò le donne che non avevano studiato come lei ma che a differenza sua potevano votare – aveva appena 19 anni – a mettere il segno corretto sulla scheda per scegliere la Repubblica. È stata insegnante di scuola elementare, testimone della Resistenza e militante dell’Udi (Unione Donne Italiane). Non smise mai di interrogarsi sul percorso dell’Italia repubblicana e sugli effetti del suo attivismo. “L’attuale governo di destra non ha mai fatto i conti con il fascismo storico -aveva detto in un’intervista a Repubblica di quale anno fa – la premier non riesce neppure e a pronunciare la parola antifascisti, e il presidente del Senato non perde occasione per gettare ombre sulla Resistenza. Per me tutto questo è solo un grande dolore, una sofferenza sorda che oscura tutto il resto. Ma mi chiedo: cosa non abbiamo fatto abbastanza?”.
L’ultimo appello di Anuska sul blog che continuava ad aggiornare a 98 anni. “Vi prego, fate in modo che il futuro si connetta al passato. Indietro indietro, sotto le nostre rughe c’è tutto il nostro coraggio, la nostra impreparazione, la nostra sventatezza. Cioè sogni, generosità. Sogni materiali, spesso avvenuti. Sogni profondi ancora lontani, ancora da tirar fuori e da metterci il nome, anche quello nuovo, non da intelligenza artificiale ma meglio, da intelligenza umana, cioè del cuore, dell’altruismo, dell’infinito”. Lo scorso 24 aprile, in occasione dell’ultima Giornata della Liberazione, intervistata a Piazza Pulita aveva avvertito: “Bisogna stare attenti, vigili, uniti sui diritti che abbiamo conquistato”.
“Così si definiva Teresa: cocciuta – ha ricordato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein – Con lei scompare una donna che per tutta la vita non ha fatto altro che difendere i diritti e la libertà. Entrata nella Resistenza che era ancora studentessa ricoprì incarichi pericolosi e delicati e, finita la guerra, è stata decisiva per la fondazione dell’Udi, l’Unione delle donne italiane, e per le battaglie per la parità di genere. Teresa se ne va, ma ci lascia una enorme eredità e un monito, contenuto nella sua ultima intervista: ‘Bisogna stare attenti, vigili, uniti sui diritti che abbiamo conquistato’. Perché i diritti non si conquistano mai una volta per tutte. E questo continuerà ad essere anche il nostro impegno“.
l'Unità